Come utilizzo le carte Dixit nel lavoro con gli adolescenti

07.05.2020

Le carte da gioco 'Dixit' sono uno dei miei strumenti preferiti nel lavoro con gli adolescenti. Ho scelto queste carte per un semplice motivo, inizialmente: ce le avevo già in casa e ho voluto sperimentare. Con i loro colori e i disegni così fantasiosi, oltre che evocativi di moltissime emozioni, secondo me si prestano bene come strumento per stimolare la creatività ed il 'raccontarsi'. 

E così lascio che anche la mia creatività venga stimolata: non c'è un protocollo esatto o una tecnica che seguo per l'utilizzo di questo materiale. Però ho individuato nel tempo diverse linee comuni che ho seguito in questi anni, e ho deciso di racchiuderle in questo articolo, per essere di spunto a chi desideri utilizzare le carte (...qualsiasi carta, non solo queste) nel lavoro con bambini e adolescenti. Mi piace pensare che ogni terapeuta possa adattare gli strumenti a disposizione alla propria creatività ed inventiva. 



Narrazione di sé: molto spesso durante i primi colloqui, utilizzo le carte Dixit come stimolo per l'adolescente a raccontarsi. Passato, presente e futuro sembrano dipanarsi molto più facilmente se a supporto della narrazione ci sono delle immagini che possano ispirarla o rappresentarla. Il semplice fatto di dispiegare le carte sul tavolo, sceglierle, prendersi il tempo, aiuta la ragazza o il ragazzo ad entrare in contatto con sé stesso e a superare in alcuni casi la prima timidezza. 

Descrivere le proprie emozioni: chiedendo ad un adolescente di descrivere la sua paura, o la sua rabbia, in molti casi mi sono affidata all'uso delle carte perché permettono di superare la barriera linguistica, grande difficoltà del raccontarsi di chi non ha ricevuto molti strumenti legati al linguaggio delle emozioni. Ci sono famiglie in cui certe emozioni, come rabbia, paura, o tristezza, sono tabù, e così nei bambini non vengono supportate le competenze per esplorare le proprie emozioni né descriverle. Un'immagine si può rivelare in questo contesto molto potente, capace di superare proprio quel muro del linguaggio. Rimango sempre piacevolmente stupita di quante sfumature i ragazzi riescano a trovare grazie alle carte, per parlare di sé e del proprio vissuto emotivo. 

Parlare di un problema: un problema che molto spesso è di tipo relazionale, una modalità relazionale disfunzionale ricorrente nell'esistenza dell'adolescente, una situazione complessa e difficile da descrivere a parole. In ciascuno di questi casi ho utilizzato le carte poiché la rappresentazione visiva del problema aiuta sia loro sia me ad arrivare più direttamente al cuore del problema, quello che per il ragazzo o la ragazza risulta essere saliente, quello che per loro "va risolto". Una carta può essere una porta verso un altro mondo.

Rompere il ghiaccio: non meno importante questo passaggio nel costruire la relazione con il paziente adolescente! Arrivano in studio pieni di desiderio di parlare di sé eppure spesso non riescono a fare quel primo passo verso l'apertura al mondo. Allora io chiedo se gli va di giocare, e spesso si mostrano entusiasti; mi faccio aiutare a spargere le carte sul tavolo o sul pavimento e poi, al termine, chiedo se nel farlo c'è una carta che li ha colpiti particolarmente...e da qui incomincia tutta un'altra narrazione. 

Questi sono alcuni dei modi in cui utilizzo queste carte, che sono riuscita a 'sistematizzare' perché ho trovato un filo comune a molti colloqui svolti. Ci sono state molte altre occasioni in cui le ho utilizzate il cui filo conduttore mi viene da dire che fosse il mio intuito, sempre tenendo a mente che le carte sono uno strumento e che il mio obiettivo è fare sì che la ragazza o il ragazzo adolescente possano entrare in contatto con sé stessi, conoscersi meglio e raccontarsi. 

© Federica Ronchi
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