LETTERA APERTA AGLI ADOLESCENTI

17.11.2020

Cari ragazzi, 

se mentre scrivo chiudo gli occhi mi sembra di vedere qui davanti a me i vostri volti. Vi aspetto, vi accolgo, vi ascolto. Ascolto ciò che dite, parole che come un filo di lana si srotolano e a fatica passano attraverso la gola. Ascolto ciò che siete, ammirata dalle vostre fragilità che con una immensa forza tenete custodite e protette. Accolgo le vostre emozioni, sorrido quando giudicate "sbagliate" e "negative" la rabbia e la paura che annegano i vostri giorni; sorrido e accarezzo le vostre parole, benedetta sia questa rabbia, sacra questa paura. E così mentre le parole seguono un filo, si solleva la polvere, viene alla luce la vostra fatica, il vostro dolore, la vostra rassegnazione. E io sono lì con voi, provo tristezza per quello che sento, una sensazione di peso sul cuore, eppure mi dico: bene, siamo qui insieme. Mi addolora la vostra fatica e mi fa rabbia; e mentre lo dico a voi, lo dico anche a me stessa: "Bisogna dare voce a questa rabbia; è l'unica speranza se un giorno, un domani, vogliamo la possibilità di sentire qualsiasi altra emozione". Eccola la mia rabbia, allora, eccola la mia tristezza, che hanno un sapore amaro e caldo, e finalmente dalla gola arrivano alle mani e mi permettono di scrivere queste parole. 

Vi osservo, vi ascolto, mi commuovo e vi ammiro. Sconsolata scuoto la testa mentre, disarmata, prendo atto del dolore della vostra mancata libertà; quanti sacrifici vi sono stati chiesti in questo anno? Eppure la lotta per la libertà continua; ogni giorno; che la libertà non è andare in giro senza la mascherina, ma riuscire a portare avanti la speranza e la spontaneità in questi tempi così difficili. Questo tempo non ce lo ridarà più nessuno; eppure vi vedo, vi ascolto, non perdete la speranza, non perdete gli ideali, siete guerrieri silenziosi e pacifici. Mentre i nostri sguardi si incontrano al di sopra di occhiali appannati e volti semi coperti; mentre insieme ci facciamo coraggio che un giorno sarà possibile di nuovo incontrare un reciproco sorriso. Proprio quando iniziavo a pensare che questo anno ci ha tolto qualcosa di molto più grande della libertà, e cioè la speranza, ho incontrato voi. E nel sostenervi, nell'aiutarvi a liberare l'espressione di voi stessi, ho scoperto che la speranza siete proprio voi. 

Grazie.